Sindaci metropolitani - sentenza della Corte Costituzionale n. 240/2021
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Ufficio Stampa della Corte costituzionale
Comunicato del 7 dicembre 2021
L’attuale disciplina sui sindaci delle Città metropolitane è in contrasto con il
principio di uguaglianza del voto e pregiudica la responsabilità politica del vertice
dell’ente nei confronti degli elettori. Spetta però al Legislatore, e non alla Corte
costituzionale, introdurre norme che assicurino ai cittadini la possibilità di eleggere,
in via diretta o indiretta, i sindaci delle Città metropolitane.
È quanto si legge nella sentenza n. 240 depositata oggi (redattore Stefano Petitti) con
cui la Corte costituzionale si è pronunciata sulla riforma degli enti di area vasta varata
nel 2014 con la legge Delrio, e sulle corrispondenti norme della Regione Siciliana,
secondo cui il sindaco delle Città metropolitane non è una carica elettiva poiché si
identifica automaticamente con il sindaco del Comune capoluogo, a differenza del
presidente della Provincia, eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali del territorio.
Le questioni sollevate dalla Corte d’appello di Catania sono state dichiarate
inammissibili perché richiedevano un intervento di sistema, di competenza del
Legislatore. La Corte costituzionale ha tuttavia evidenziato come la normativa
attualmente vigente «non sia in sintonia con le coordinate ricavabili dal testo
costituzionale» circa l’uguaglianza del voto dei cittadini e la responsabilità politica
del vertice della Città metropolitana. La necessità di un riassetto normativo del
settore, si legge nella sentenza, è dovuta anche al fatto che la mancata abolizione
delle Province, a seguito del fallimento del referendum costituzionale del 2016, ha
reso «del tutto ingiustificato» il trattamento attualmente riservato agli elettori
residenti nella Città metropolitana.
CC_CS_20211207150636 (1).pdf (224,7 KB)
https://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia.do?param_ecli=ECLI:IT:COST:2021:240