Sospetta discriminazione

Salve.
Ad un collega a causa di una patologia, dopo 30 anni di servizio e da circa un anno, è stato modificato il profilo professione da Istruttore di Polizia Locale a Istruttore Amministrativo. Ciò nonostante, di fatto, non viene utilizzato in mansioni equivalenti ma in mansioni inferiori.
Ci si chiede pertanto: E’ lecito ciò? Quali conseguenze per il collega se non si oppone? Cosa può fare?
Grazie per le risposte

La trasformazione deve essere stata concordata. L’utilizzo del personale in ruoli più semplificati a parità di retribuzione base non parrebbe in alcun modo discriminatorio, a meno che il diretto interessato non ravvisi profili di mobbing che trascendano dal demansionamento per cause di salute, servizio ovvero disciplinari.

L’accordo, deliberato é che deve svolgere mansioni equivalenti. Perciò si tratta di un demansionamento di fatto? E se lo è non è arbitrario? O di un colposo mancato utilizzo nelle proprie attribuzioni del dipendente? Ad esempio in tale contesto ha egli diritto alla progressione orizzontale della propria categoria "C’’? Altrimenti sorge il sospetto paventato atteso che il collega non si è tirato indietro quando è dovuto intervenire per reprimere comportamenti sanzionabili sia di dipendenti che di amministratori.

Questi casi non li si risolve in una chat o in un gruppo come questo.
Possiamo solo dire che OVVIAMENTE se dimostra l’attribuzione continuativa di mansioni inferiori e il cambio di profilo non consensuale potrà avviare una causa di lavoro. Ma serve la consulenza di un avvocato che analizzi tutte le circostanze.