Un frantoio oleario , per morte del titolare viene ora ereditato dal figlio per successione . Il figlio presenta una scia di sub- ingresso in attività artigianale nella quale viene autodichiarato che i locali sono conformi ai regolamenti e norme urbanistiche , ma in realta non lo erano già in origine ( quando l’attività era condotta dal padre) perché non conformi alla loro destinazione d’uso. Come comportarmi ? Controllare la dichiarazione resa ?
Il subingresso non muta né innova la situazione giuridica, è solo una sostituzione soggettiva. In ogni caso, resta da capire, insieme al servizio tecnico, in che termini c’è la difformità: è sanabile oppure porta alla definitiva mancanza di agibilità? In quest’ultimo caso, ogni uso è illegittimo.
Troppe variabili… è necessario approfondire
La difformità era allora ed ora insanabile. Locali privi della giusta destinazione d’uso e dell’agibilità. Ovviamente l’erede eccepisce che il papà da oltre venti anni ha svolto l’attività e la responsabile della CCIAA , che mio ha chiamato, mi dice che deve omettere di fare il controllo urbanistico in quanto trattasi di sub ingresso. Ciò, oltre che ad essere un intromissione , non corrisponde al mio parere. Se così fosse un’attività potrebbe continuare anche in un locale abusivo .
Lo chiedo giusto per inquadrare meglio la questione e la rilevanza della SCIA di subingresso a cui fai riferimento (che ritengo sia stata presentata al SUAP):
Nella tua regione, per svolgere l’attività artigiana è richiesto qualche particolare titolo abilitativo di competenza del SUAP, oltre all’annotazione della qualifica nel registro delle imprese?
Per l’attività in questione ( frantoio oleario) la regione campania non ha previsto alcun titolo o modello particolare. A me non è stata ancora presentata ( sto facendo opera preventiva ) ma ovviamente , quando sulla piattaforma impresainungiorno si genera la scia generica per sub-ingresso in attività artigianale viene dichiarata ( falsamente ) la conformità dei locli alle norme edilizie ed urbanistiche. Oltre ciò l’attività ha bisogno di notifica sanitaria ed autorizzazioni ambientali ( A.U.A. ) che , in sede di c.d.s. non viene rilasciata se non dietro parere di conformità urbanistica dell’U.T.C. .
Se nessuna norma impone la presentazione al SUAP di una SCIA di subingresso per attività artigiana, allora l’eventuale presentazione di una SCIA di questo genere (checché ne dica il modello di impresainungiorno) sarebbe giuridicamente inutile ed irrilevante, così come sarebbero giuridicamente irrilevanti eventuali false dichiarazioni in essa contenute (c.d. “falso innocuo”).
In ogni caso, a prescindere dall’esistenza o meno del reato di falso, se una situazione di questo genere dovesse verificarsi e dovessero sorgere dubbi sulla correttezza di quanto dichiarato non è detto che si debba per forza far finta di niente…
Potresti trasmettere una segnalazione alla polizia locale e al responsabile dell’UT affinché venga accertato se l’attività artigiana in questione viene esercitata in conformità con le norme urbanistico-edilizie, come dichiarato in un atto comunque presentato alla pubblica amministrazione…
(L’avvocato del diavolo direbbe: eh già, ma allora, se già lo sapete che l’attività non è in regola, perché non avete operato d’iniziativa senza aspettare che vi arrivasse sul tavolo una pratica da smazzare? Ma qui si entrerebbe in tutt’altro discorso, per cui mi ritiro in buon ordine…)
Ovviamente è un’attività operante prima che fossi assunto. Concordo con quanto hai detto.
Grazie
Già il modello di notifica sanitaria ex Reg. CE 852/04 prevede:
- che l’esercizio possiede i requisiti minimi prestabiliti dal Reg. (CE) 852/2004 e dalle altre normative pertinenti in funzione dell’attività svolta;
Formula più che generica ma ci sta