Vecchio e meridionale, il candidato tipo PA. Flop dei concorsi Formez
Rilevo due aspetti critici nell’articolo: 1) gli ‘amati dei temi scritti’ contro il lascia e raddoppia Brunettiano. Diversamente da dei quiz, lo scritto ha un peso rilevante nell’organizzazione di un concorso (tempo, personale qualificato) e si presta ad una selezione avanzata e non ad una fase di scrematura iniziale (scrivo da profano in materia); 2) “il dirigismo della Unione Europea che da Bruxelles” ci sono circa una 80ina di deputati italiani ma son tutti lì a nascondersi sotto i banchi o quale ruolo ha l’Italia nel parlamento, o questi deputati son dei masochisti, perché non fanno le barricate contro il cattivo potere imperiale europeo?!?! L’Europa siamo anche noi, o no?
Io avrei analizzato anche l’aspetto post selezione. Conosco diverse candidate (ma anche candidati), poi vincitrici (vincitori) costretti a rinunciare dopo enormi sforzi.
Lo dico da meridionale che vive al nord da venti anni, per scelta, si, ma neanche troppo.
Mi sembra quasi ovvio che in un paese dove al sud difficilmente si trova lavoro, chi riesce a farlo studia, ottenendo risultati spesso anche di eccellenza, dunque, ecco spiegato il profilo medio : donna (che ancora meno trova collocazione , ancor di più nella realtà meridionale), laureata (per le ragioni che ho spiegato), oltre i 30 ma sotto i 40 (età media di laurea 25/26 anni).
Ma ammesso che le selezioni non andassero deserte , spesso i posti di lavoro sono al nord. Costo della vita media duplicato. Ora, senza falsi moralismi, chi abbandonerebbe la propria famiglia, i figli, i compagni, gli affetti, sradicandosi e riuscendo a stento a mantenersi?
E’ il sistema che è malato, occorre creare posti di lavoro in ciascuna realtà territoriale, incentivare la formazione mirata a sviluppare il sud , ma …ahimè …il titolone colpisce di più, risolvere i problemi alla radice è molto più faticoso.