Whistleblower vittima di ritorsioni: sentenza storica ma risarcimento insufficiente - Il Fatto Quotidiano Whistleblower vittima di ritorsioni: sentenza storica ma risarcimento insufficiente - Il Fatto Quotidiano
Il Diritto al Risarcimento del Danno Morale per i Whistleblower: La Sentenza del Tribunale di Bergamo
CONTENUTO
La recente sentenza n. 951/2025 del Tribunale di Bergamo rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei whistleblower in Italia. Per la prima volta, il Tribunale ha riconosciuto il diritto al risarcimento del danno morale a un dipendente pubblico che ha subito ritorsioni per aver segnalato irregolarità. In particolare, la sentenza ha dichiarato nulli gli atti persecutori subiti dal whistleblower e ha affermato la responsabilità dell’amministrazione ai sensi dell’art. 2087 del Codice Civile, che impone al datore di lavoro di adottare misure idonee a garantire un ambiente di lavoro sicuro e salubre.
Il risarcimento concesso, pari a 25.000 euro, è stato considerato insufficiente rispetto agli standard europei, evidenziando le lacune del sistema risarcitorio italiano. La sentenza ha applicato l’inversione dell’onere della prova, consentendo al whistleblower di dimostrare il danno subito attraverso presunzioni semplici, come previsto dall’art. 115 del Codice di Procedura Civile. Questo approccio ha permesso di accertare il danno morale derivante dalla sofferenza intensa e dalla lesione della dignità personale.
Inoltre, la vicenda ha confermato la fondatezza delle denunce presentate dal whistleblower, portando a condanne per falsa attestazione e recupero di fondi pubblici. Questo aspetto sottolinea l’importanza della protezione dei dipendenti che segnalano comportamenti illeciti, contribuendo a un ambiente lavorativo più etico e responsabile.
CONCLUSIONI
La sentenza del Tribunale di Bergamo segna una svolta significativa nella protezione dei whistleblower in Italia, stabilendo un precedente giuridico importante. Tuttavia, il risarcimento concesso evidenzia la necessità di riforme nel sistema risarcitorio nazionale per garantire una tutela adeguata e conforme agli standard europei.
IMPLICAZIONI PER IL DIPENDENTE PUBBLICO / CONCORSISTA
Per i dipendenti pubblici e i concorsisti, questa sentenza rappresenta un segnale positivo riguardo alla protezione delle segnalazioni di illeciti. È fondamentale che i dipendenti siano consapevoli dei propri diritti e delle tutele disponibili in caso di ritorsioni. La sentenza offre un precedente giuridico che potrebbe influenzare future decisioni e politiche interne nelle amministrazioni pubbliche, promuovendo un ambiente di lavoro più sicuro e rispettoso.
PAROLE CHIAVE
Whistleblower, risarcimento danno morale, ritorsioni, responsabilità amministrativa, ambiente di lavoro, tutela, diritto, sentenza, Tribunale di Bergamo.
ELENCO RIFERIMENTI NORMATIVI
- Codice Civile, art. 2087 - Responsabilità del datore di lavoro.
- Codice di Procedura Civile, art. 115 - Inversione dell’onere della prova.
- Direttiva Europea 2019/1937 - Protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione.
- Legge 30 novembre 2017, n. 179 - Disposizioni per la tutela dei whistleblower nel settore pubblico e privato.

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