Giochi di carte su suolo pubblico

Un bar chiede autorizzazione per somministrare aleimenti e bevande sull’attiguo suolo pubblico, ma poi lo utilizza tipo SALA GIOCHI ALL’APERTO allestendo quotidianamente tavolini che al mattino ed al pomeriggio vengono occupati da avventori abituali dediti a giochi di carte aventi in palio consumazione; altresì, il bar sembrerebbe riscuotere una piccola quota per il noleggio dei mazzi di carte. Il bar si trova nella regione Puglia.
Quali violazioni sono applicabili nella fattispecie riferendomi sia a quelle del Tulps e sia a quelle del Codice del Commercio approvato con legge regionale nr. 24/2015?
Grazie[date=2021-12-30 time=12:10:00 timezone=“Europe/Rome”]

Sono questioni da prendere con le molle. Butto giù qualche spunto.

Non rilevo norme specifiche che vietino il gioco nelle carte all’aperto. Tendenzialmente è ammissibile che gli avventori di un BAR giochino a carte, mentre consumano (come si fa da sempre nei bar di paese), anche se i tavoli sono nell’area pubblica data in concessione in modo esclusivo.

Anche se non riguarda le carte, vedi qua:

Altra strada potrebbe quella di verificare se vi si pratichi il gioco d’azzardo ma per far questo occorre un’attenta analisi dei fatti. Vedi Cassazione 58308/2018:

…E’ pur vero che la natura del gioco di azzardo deve essere valutata con riferimento alle modalità del suo esperimento in concreto che la giurisprudenza di questa Corte - anche alla luce del parere del Consiglio di Stato n. 3237 del 22 ottobre 2008 secondo il quale il gioco del poker può perdere le intrinseche caratteristiche di illiceità in presenza di alcune specifiche modalità di svolgimento, che individua nel gioco a “torneo”, con previsione di un importo di iscrizione particolarmente contenuto, nel divieto di possibilità per il giocatore di rientrare in gioco una volta esaurita la propria posta, nella previsione di premi non in denaro e nella impossibilità di organizzare più di un torneo nella stessa giornata e nella stessa località — ha escluso quando il fine di lucro venga di fatto annullato in presenza di una posta del tutto irrilevante o talmente tenue da far ritenere insussistente il fine di un guadagno economicamente apprezzabile (Sez. 3, n. 32835 del 20/06/2013 - dep. 29/07/2013, Pmt in proc. Sirignano e altro,Rv. 255875 che ha affermato che l’organizzazione di tornei di poker nella variante del “Texas Hold’Em”, con posta in gioco costituita esclusivamente dalla sola quota d’iscrizione, l’assegnazione di un numero uguale di gettoni, di valore solo nominale, per ciascun giocatore, senza possibilità di rientrare in gioco acquistando altri gettoni, con preventiva individuazione del premio finale non costituisce esercizio di gioco d’azzardo quando, considerate le concrete modalità di svolgimento del gioco, risulti preponderante l’abilità del giocatore sull’alea ed irrilevante il fine di lucro rispetto a quello prettamente ludico)…

Anche da punto di vista abilitativo, una volta che l’esercente, già pubblico esercizio ex art. 86 TULPS, abbia affisso la tabella dei giochi proibiti, ritengo che sia a posto. Alcune prassi vogliono che occorra comunque un titolo abilitativo a sé stante: va bene una SCIA ex art. 86 TULPS e art. 194 REG. TULPS.

Un’altra strada di indagine potrebbe essere quella di verificare se l’esercizio non si sia trasformato, surrettiziamente, in una sala giochi. Difficile da dimostrare ma se fosse, allora sarebbe sicuramente una sala giochi senza titolo abilitativo

Il problema nasce dal fatto che il bar dei giochi di carte ha fatto il proprio “core business”, di fatto trasformando le aree pubbliche ricevute in concessione in una sorta di SALA GIOCHI con fasce orarie fisse (08,30/12,30 - 16,00/20,30) e gruppi numerosi di avventori abituali che si avvicendano ai tavolini. Queste caratteristiche di per sè già configurano un’attività molto diversa da quella dichiarata nelle istanze “somministrazione di alimenti e bevande su suolo pubblico” e la prassi non si può certo definire regolare e/o trasparente. Non si tratterebbe di passatempo occasionale mentre si consumano bevande o gelati al tavolino, ma di prassi abituale con pagamento di quote a titolo di noleggio deli mazzi di carte. Se poi aggiungiamo che i giocatori, essendo rumorosi ed invasivi, oltre che volgari, disturbano la quiete del vicinato intralciando, altresì, il regolare transito pedonale poichè invadono anche spazi in eccesso rispetto a quelli autorizzati, ecco che la questione si complica necessitando, a mio avviso, di idonei correttivi, sebbene alcuno degli Organi demandati alla gestione del Demanio vuole prendersene carico.

Sono le classiche situazioni in cui è difficile intervenire. Preventivamente è auspicabile instaurare un dialogo con il gestore affinché controlli maggiormente le modalità di esercizio, poi occorrerebbe una strutturata attività di controllo al fine di dimostrare (nel provvedimento repressivo e in eventuali giudizio) che siamo di fronte aduna sala giochi