Toscana-addio al posto fisso: rinuncia il 40% dei vincitori di concorso

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Le evidenti differenze di crescita professionale e valorizzazione tra settore pubblico e privato in Italia, continuano a generare una costante spinta delle giovani generazioni a cercare proposte migliori, anche solo per pochi soldi di differenza o una misera speranza di miglioramento della propria carriera.

Il pubblico impiego dovrebbe soprattutto incrementare i salari degli inquadramenti piĂą bassi, in controtendenza con gli sproporzionati incrementi che ad oggi hanno beneficiato dirigenti e funzionari.

Inoltre, considerando l’agognata “privatizzazione” del pubblico impiego, la pubblica amministrazione dovrebbe slegarsi da molti arcaismi che ad oggi impediscono al dipendente pubblico di poter usufruire, in base a ciascuna particolare professionalità, della necessaria flessibilità e del dinamismo del settore privato, con particolare riguardo a scatti di anzianità, opportunità extralavorative, e lavoro agile.

Il dipendente privato può lavorare a tempo pieno ed indeterminato vedendosi garantiti scatti di anzianità, quindi operare liberamente in proprio o per altro distinto soggetto al di fuori dell’orario ordinario di lavoro, in assenza di conflitti di interesse, così incrementando il proprio salario ed ampliando lo spettro di opportunità, peraltro il tutto anche con maggiori possibilità di lavoro agile.

Comprendendo che eventuali aumenti salariali possono costituire un problema per i bilanci pubblici, considerando che la maggioranza della P.A. non produce introiti di sorta ma sopravvive unicamente sulla base del gettito fiscale, operare anche solo alcune delle predette semplici modifiche di legge, faciliterebbe l’accettazione del pubblico impiego da parte delle giovani generazioni.

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