Ci viene presentata una comunicazione di “avvio di vendita diretta da parte del produttore agricolo in locali aperti al pubblico” sulla quale ho qualche dubbio che vi chiederei di aiutarmi a chiarire.
La sede legale dall’azienda agricola viene dichiarata all’interno dei locali in cui avviene la vendita, ovvero un negozio (cat. C1) in centro paese, non di proprietà della ditta ma preso in affitto.
Inizialmente viene comunicata la vendita di “marmellate, confetture, mostarde, conserve vegetali (sugo al pomodoro e verdure, giardiniera, ortaggi sott’olio e aceto) ottenute utilizzando prevalentemente prodotti agricoli provenienti dalla propria azienda” mentre, in un secondo tempo, viene comunicata la variazione delle categorie di vendita “(quali vino, riso, pasta, farina) e derivanti da altre aziende agricole”.
Le mie domande sono le seguenti:
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la vendita diretta da parte dell’agricoltore può avvenire in qualsiasi tipo di locale, anche lontano dal fondo di produzione e, come in questo caso, addirittura in un negozio in centro paese non di proprietà (la mia impressione è che si sia in presenza di un vero e proprio negozio di vicinato alimentare mascherato)?
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i prodotti segnalati in vendita sono di fatto “derivati” della produzione agricola (sia per quelli di propria produzione che per quelli di produzione di altre aziende)… questa cosa è legittima?
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a chi competono i controlli su questo tipo di attività, nel caso si volesse verificare che non si stia mascherando, come sospetto, un negozio di vicinato di generi alimentari?
Grazie.