Catering e Banquetinq

Buona sera a tutti, vorrei proporre un quesito in merito ad un evento con cena e probabile intrattenimento in programmazione tenuto in una villa ad uso commerciale, pubblicizzato sui social da una società di eventi come cena e dopo cena su prenotazione. Non viene riportato il prezzo.
Su quel luogo risulta un’attività di catering e di banqueting, con somministrazione al domicilio del consumatore, intestata ad altro soggetto.
I soggetti partecipi sono il proprietario della villa, il catering e la società dell’organizzatrice dell’evento.
Rilevata la pubblicità dell’evento sorge il dubbio che si tratti di una semplice festa privata ma che sia stata organizzata al fine imprenditoriale.
Premesso quanto sopra mi chiedo se la società organizzatrice dell’evento, nel caso in cui facesse pagare un corrispettivo agli “invitati”, deve essere in possesso della SCIA per somministrazione di alimenti e bevande o se essendoci il catering può in contro terzi avvalersi della loro opera per la somministrazione?
Il catering ha la sede operativa nello stesso luogo dell’evento… può svolgere direttamente la somministrazione?
Il catering può preparare i cibi, partendo dalla materia prima direttamente nella cucina all’uopo attrezzata?
Grazie in anticipo.

E’ la classica situazione in cui i particolari fanno la differenza.

In via generale, se Tizio si limita a mettere a dare in locazione temporanea la sua villa a Caio affinché Caio organizzi lì la sua festa privata chiamando catering/banqueting (non esistono definizioni legali), intrattenitori e simili, allora siamo di fronte al classico caso, ad esempio, della festa di matrimonio: nulla da rilevare.

Se Tizio, invece che limitarsi a dare in locazione il luogo si mette a offrire servizi, si aprono delle ipotesi che possono avere conseguente amministrative e non solo. A maggior ragione se si rileva una pubblicità che fa tendere l’ipotesi verso un esercizio pubblico temporanea. I dettagli porteranno poi verso gli art. 68/80 TULP e/o 86 TULPS (declinato come da legge regionale).

Se il soggetto si servisse del catering come fosse un fornitore che fattura a lui invece che al cliente finale, allora, a parere mio, si determina ugualmente la fattispecie “ristorante aperto al pubblico”: E’ il soggetto organizzatore che percepisce il prezzo della cena dai clienti finali che sono lì per cenare in luogo aperto al pubblico.
Il catering, per essere tale, è un servizio di ristorazione chiamato dal cliente finale al suo domicilio.

Vedi, sempre in generale, questa risoluzione del MiSE:

Innanzitutto ti ringrazio per aver risposto…
Quindi a conclusione il soggetto organizzatore per poter essere a regola dovrebbe richiedere una SCIA per somministrazione di alimenti e bevande e attenersi le relative normative o sbaglio?
Per quanto riguarda la risoluzione l’avevo già vista ma non è stata molto esplicativa…

come ho detto, bisogna vedere nei dettagli. In genere queste cose sono particolari e possono prendere pieghe diverse ma se la situaizone è quella, ritengo di sì. Se un soggetto organizza un festa aperta al pubblico, offre ristorante e musica, e percepisce il prezzo dai clienti, allora sia i musicisti che i “somministratori” di cibo sono operatori da qualificare come fornitori di servizi al sosggetto che diventa un soggetto esercente.

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Grazie ancora delle delucidazioni

Prego. Ho buttato giù qualche riflessione per avere altri spunti interpretativi :slight_smile:

Buongiorno, segnalo

Cosa si intende per “verificare con l’ufficio comunale competente la nen. 56/1970”?

Grazie

E’ un modo sbrigativo (con refuso) per indicare le implicazioni della sentenza C.Cost. 56/1970. Vedi qua: