AGGIORNAMENTO:
la conversione in legge del d.l. Milleproroghe esordirà alla Camera lunedì 19 febbraio e gli emendamenti relativi alle stabilizzazioni ex riforma Madia (1.76,1.81,1.101,1.125,1.140 XIX Legislatura - Testi allegati all'ordine del giorno) non sono passati, ormai definitivamente.
A seguito di ciò è stato emesso il seguente ODG:
9/1633-A/11. Sarracino, Scotto, Gribaudo, Fossi, Laus
La Camera,
premesso che:
dopo diversi provvedimenti che
hanno comportato limitati incrementi degli
organici di solo alcune amministrazioni,
ma non hanno dato il segnale di rilancio
strutturale delle amministrazioni pubbliche, centrali e territoriali e di un conseguenziale disegno organico di nuove assunzioni, in linea con le sfide che attendono il
Paese;
il sistema delle amministrazioni pubbliche, dopo anni di tagli lineari e il pluriennale blocco delle assunzioni, sta vivendo una crisi senza precedenti. Crisi che
purtroppo rischia di incidere pesantemente
non solo sullo stato di attuazione del PNRR,
ma anche sulla stessa operatività ordinaria
di tante amministrazioni;
come rilevato dallo stesso PNRR,
nell’ultimo decennio l’evoluzione della spesa
pubblica per la parte relativa al personale,
con il blocco del turnover, ha generato una
significativa riduzione del numero dei dipendenti pubblici nel nostro Paese, con
un’incidenza sull’occupazione totale largamente inferiore rispetto alla media dei Paesi OCSE e con un’età media di 50 anni,
con solo il 4,2 per cento di età inferiore ai
30 anni. Un fattore questo che ha contribuito a determinare un crescente disallineamento tra l’insieme delle competenze
disponibili e quelle richieste dal nuovo modello economico e produttivo disegnato per
le nuove generazioni;
anche dai saldi di finanza pubblica
indicati nel DEF 2023, si evince chiaramente che non ci sono risorse per garantire
i servizi pubblici, avendo previsto una contrazione della spesa per il personale della
Pubblica Amministrazione che vuol dire
precludere le ulteriori assunzioni di cui le
amministrazioni hanno disperatamente bisogno;
entro il 2026 circa 300 mila lavoratori del settore pubblico andranno in quiescenza, numero che è destinato a salire a
circa 700 mila unità entro il 2030, provocando una ulteriore grave depauperamento
della P.A.;
inoltre, il comparto del pubblico
impiego corre il rischio di disperdere molte
delle professionalità esistenti, causa la condizione di precarietà in cui vive ancora una
percentuale consistente di tutto il personale, con l’eccessivo ricorso ai contratti a
tempo determinato. Una prassi che, oltre a
pregiudicare le legittime aspettative di un
lavoro stabile per i dipendenti pubblici
interessati, non consente un’organizzazione efficiente delle stesse amministrazioni e non favorisce processi virtuosi di
qualificazione ed aggiornamento professionale e che è stata oggetto di uno specifico
intervento censorio della Commissione europea ha intimato all’Italia di prevenire
l’abuso di contratti a tempo determinato e
ad evitare condizioni di lavoro discriminatorie nel settore pubblico,
impegna il Governo
ad adottare ogni iniziativa utile al fine di
proseguire e rafforzare, con la massima
sollecitudine, il processo di stabilizzazione
anche dei lavoratori precari delle pubbliche amministrazioni centrali, prorogandone l’attuazione indicata ai sensi del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75,
anche al fine di scongiurare possibili sanzioni a livello comunitario
L’ODG HA RICEVUTO IN AULA PARERE CONTRARIO DEL GOVERNO
La Camera, con votazione nominale elettronica respinge l’ordine del giorno n. 9⁄1633–A⁄11 Sarracino(19 2 2024)
vedi adesso la legge di conversione: legge 23 febbraio 2024 n.18 in G.U. 49 del 28 febbraio 2024